Disturbi post covid
Cosa sono, perché vengono, come si trattano

Si tratta di disturbi Post Traumatici da Stress.
Un approccio multidisciplinare seguendo la teoria polivagale del Dr S. Porges.

I sintomi sono:

  • stanchezza cronica/dolori generalizzati
  • dolori muscolari diffusi
  • dolori articolari diffusi
  • rigidità/difficoltà nei movimenti
  • giramenti di testa
  • mal di testa
  • difficoltà nel digerire
  • stipsi
  • irritabilità
  • difficoltà di concentrazione
  • difficoltà nel trovare nuove idee e nel processare novità
  • dimenticare facilmente gli avvenimenti recenti
  • insonnia
  • attacchi di panico (soprattutto nei più giovani)

dai test neurologici funzionali spesso è più spesso colpito l’emisfero sinistro e la tensione della dura madre è sempre presente.

Necessitano di un programma di trattamenti specifico, delicato e differente da persona a persona

Milioni di persone al mondo soffrono di disturbi post traumatici da stress causati da traumi che il sistema nervoso non riesce a superare e integrare come per esempio il “Long Covid”.

I tipici sintomi sono stanchezza cronica, insonnia, dolori cronici e tensioni muscolari, irrigidimento delle articolazioni, dolori e infiammazioni alle giunture, bruxismo, tensioni alle articolazioni temporomandibolari, disautonomia e difficoltà di digestione, stipsi, inappetenza o attacchi compulsivi di fame, irritabilità, sbalzi d’umore, depressione, attacchi di panico, annebbiamento mentale, difficoltà di concentrazione, inefficienza.

Teoria polivagale del Dr Porges

I perché di questi sintomi sono spiegati dalla teoria polivagale, che nel 1994 il Dr Steven Porges ha presentato alla comunità scientifica. Secondo questa teoria il nervo vago, decimo nervo cranico, detto “vagus” dal latino perché nasce dal cervello e vaga letteralmente per tutto il corpo innervando tutti gli organi che incontra dalla sua fuoriuscita dal forame magnum fino a raggiungere l’intestino, è in realtà composto da due distinti rami che funzionano autonomamente e distintamente.

  1. Il primo ramo ha origine dal nucleo dorsale del vago e scende direttamente allo stomaco e intestino. È il ramo più antico, evolutivamente parlando ed è anche il più semplice non essendo coperto di mielina. Ne sono dotati rettili, vertebrati semplici e mammiferi.
  2. Nei mammiferi, alla trentesima settimana di gestazione del feto, alcune cellule cerebrali migrano anteriormente dal nucleo dorsale del vago al nucleo ambiguo e danno origine al ramo anteriore del vago. Questo ramo evolutivamente parlando è più moderno, innerva alcuni muscoli del viso, i polmoni e il cuore, è ricoperto di mielina è esclusivo nei mammiferi ed è responsabile delle interazioni sociali.

Solamente il 20% delle fibre del nervo vago sono afferenti e viaggiano dal cervello agli organi mentre l’80% sono efferenti, ossia vanno dagli organi al cervello. Per questo motivo secondo la teoria poli vagale vi è una bidirezionalità di stimoli che possono avvenire dal cervello al corpo e viceversa (psicosomatico vs somatopsichico)

Perché i mammiferi hanno sviluppato il secondo ramo del nervo vago?

Dal punto di vista evolutivo i rettili hanno sviluppato solo il ramo posteriore del nervo vago e visto che il loro cervello necessita poco ossigeno, quando si sentono in grave pericolo si fingono morti, il loro organismo si blocca completamente mostrando agli eventuali predatori una morte apparente. Questo stato di tanatosi e/o “congelamento” fa sì che tutti i muscoli si irrigidiscano, che il battito cardiaco diminuisca e che di conseguenza circoli meno ossigeno e che si liberi di ogni escremento superfluo alla sopravvivenza momentanea evacuando urina e feci. In questo modo, visto che i predatori preferiscono cibarsi di animali vivi, aumentano le possibilità di sopravvivenza. Possiamo comunque osservare il fenomeno della tanatosi (morte apparente) in tutte le specie animali che la utilizzano come tecnica per sfuggire ai predatori, in particolare negli invertebrati come le formiche e le api, nei rettili come le lucertole e i serpenti , in alcuni uccelli, nei crostacei e nei cavallucci marini, nelle rane e anche in alcuni mammiferi primo tra tutti l’opossum.

I vertebrati, come per esempi i pesci, hanno sviluppato lungo la spina dorsale la catena dei nervi simpatici che contrasta l’azione dei nervi parasimpatici di cui il nervo vago ne è il principale dando origine alla reazione di combattimento/fuga in caso di pericolo. Questa reazione è meno drastica della precedente seppur autonoma.

I mammiferi infine hanno creato anche il ramo anteriore del nervo vago per contrastare l’eccesso di reazione al pericolo, creato dalle reazioni precedenti, in quanto il loro cervello ha bisogno di più ossigeno rispetto ai rettili e ai vertebrati semplici. Pertanto, il loro sistema nervoso autonomo ha bisogno di un sistema di controllo che inibisca la reazione eccessiva del “congelamento” che se prolungata porterebbe a un danneggiamento del cervello e di tutto l’organismo.

Il ramo anteriore del vago è inoltre responsabile delle reazioni sociali tra mammiferi, in quanto sia dall’espressione del viso, sia dal tono di voce, sia dall’atteggiamento posturale possiamo renderci conto velocemente se ci troviamo di fronte a un pericolo o se invece possiamo socializzare con un altro mammifero.

Per esempio, se osserviamo un cane che ringhia e abbaia o un essere umano che alza la voce il nostro sistema nervoso entra automaticamente in allarme e ci prepariamo ad affrontare il pericolo, mentre se vediamo avvicinarsi un cane scodinzolante o quando ascoltiamo una madre parlare dolcemente al proprio figlio automaticamente il nostro sistema nervoso si rassicura, si calma e siamo pronti eventualmente ad interagire.

I disturbi post traumatici

Dovunque ci troviamo il nostro sistema nervoso valuta i rischi automaticamente e se non si sente al sicuro, non ci fa sentire tranquilli. Per questo motivo nessuna terapia fisica o comportamentale può essere efficace se la persona non si sente al sicuro nel luogo in cui si trova o con il terapeuta che esercita la terapia. Questo avviene soprattutto con persone che hanno subito traumi psicofisici.

Per esempio, una persona che è stata morsicata da un cane da piccolo spesso non ama essere avvicinata da cani, nemmeno da quelli che scodinzolano e appaiono per altri innocui, o ancora una persona che ha subito violenze non ama essere toccata e rifugge qualsiasi tipo di terapia fisica, anche massaggi che altri individui trovano molto rilassanti.

Le persone che soffrono di disturbi post traumatici da stress vivono in costante stress, e ricordando sempre i traumi che hanno subito, creano un fenomeno di “dissoluzione”, dove il loro sistema nervoso autonomo si sposta progressivamente verso i circuiti primitivi ossia attivando costantemente progressivamente prima lo stato di combattimento/fuga, poi lo stato di “congelamento”.

Per esempio, negli individui che soffrono di acufeni somatosensoriali, il loro sistema nervoso pensa di essere sempre in pericolo, attivando i muscoli dell’orecchio medio che diventano ipersensibili ai suoni di bassa frequenza, modificando le otoemissioni, per poter identificare qualsiasi movimento che potrebbe essere potenzialmente pericoloso.

Per poter calmare il sistema nervoso autonomo di chi soffre di disturbi da stress post traumatico, innanzi tutto è necessario che la persona si senta in un ambiente al sicuro e che il terapeuta si ponga al suo cospetto in uno stato rilassato, rassicurante, che parli con voce calma prosodica e che dimostri empatia e compassione.

A questo punto, una volta che lo stato neurosensoriale lo permetta, il terapeuta potrà passare alla fase due.

La fase due consiste nelle varie terapie che possono essere utili, che abbiano lo scopo di inibire l’eccessiva risposta allo stress del sistema nervoso autonomo.

Le terapie dovranno creare alcuni rituali che ne modificheranno la postura e la vocalizzazione.

La chiropratica basata sulla neurologia funzionale e il metodo KATMAN che abbiamo sviluppato e stiamo insegnando da pochi anni al momento solo negli Stati Uniti, ha lo scopo di inibire l’eccessiva risposta vasovagale, eliminare la tensione della dura madre, bilanciare e rieducare il sistema nervoso autonomo e gli organi ad esso associati. Per questi motivi abbiamo riscontrato notevoli benefici su coloro che soffrono di disturbi cronici da stress come per esempio il Long Covid.

Ma, come abbiamo visto precedentemente anche se la maggior parte delle persone amano essere trattate dal metodo KATMAN che trovano molto delicato rispetto al classico aggiustamento chiropratico rumoroso, che li spaventa e al quale spesso hanno reagito male, alcune persone non voglio essere toccate del tutto e preferiscono un altro approccio.

Per questo motivo abbiamo iniziato anche a collaborare con un gruppo di terapeuti professionisti nell’affrontare i traumi con la voce che vede uniti psicologi e logopedisti americani ed europei. Anch’essi utilizzano anch’essi le teorie del Dr Porges per creare un movimento congiunto e sinergico con lo scopo di poter aiutare più persone possibile a rimettersi naturalmente dai disturbi post traumatici da stress e raggiungere la piena salute.

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